Gli intensi processi di industrializzazione che hanno interessato il territorio narnese a partire dalla seconda metà dell’800 sono stati condizionati da alcuni elementi specifici dell’area.
Oltre alla disponibilità di terreno pianeggiante, fondamentali risultarono la presenza di efficienti infrastrutture di comunicazione e la disponibilità di forza motrice di tipo idraulico. In particolare la strada e, dagli anni ’60 dell’800, la ferrovia con la relativa stazione (il cui tracciato procede parallelo al fiume Nera) costituirono un’importantissima struttura di collegamento con i mercati dell’Italia centrale e uno tra i maggiori corridoi di traffico tra Nord e Sud d’Italia. Il fiume Nera, che scorre nella valle per confluire nel Tevere, forniva poi una potenzialità energetica pronta ad essere utilizzata a scopi industriali. Va inoltre considerato che il tessuto economico narnese era caratterizzato da un’agricoltura povera, con terreni scarsamente fertili e di difficile lavorazione, regolata dal patto mezzadrile e in cui il processo di modernizzazione incontrò notevoli difficoltà.
Lo sviluppo industriale dell’area, superiore alle medie regionali, ha trasformato in modo irreversibile il paesaggio, persino creando nuovi ambienti urbani dapprima ai piedi dell’abitato di Narni (Narni Scalo) e poi nella piana di Nera Montoro. Narni, città di collina, subì invece solo indirettamente gli effetti del processo di industrializzazione, a differenza di quanto avvenne negli stessi anni a Terni.
L’itinerario proposto fa perno sui tre stabilimenti intorno ai quali è sorto il polo industriale narnese.
I primi due impianti furono costruiti a partire dal 1887 a Narni Scalo, a ridosso della stazione ferroviaria e nei pressi del fiume, così da beneficiare di una notevole facilità di derivazione delle acqua per alimentare i propri processi produttivi. In particolare si trattò dello stabilimento della Società italiana per la concia delle Pelli, che nel 1900 divenne sede della Società Italiana dell'Elettrocarbonium, destinata ad avviare in Italia la produzione di elettrodi per forni elettrici impiegati nell'industria siderurgica ed elettrochimica. L’altro stabilimento fu quello della Società per la Fabbricazione e per il Commercio degli Oggetti in Caoutchouc, Guttaperca e Affini, conferito nel 1894 alla Società Italiana del Linoleum e Prodotti Affini.
Nel 1915 sorse a Nera Montoro l’impianto della Società Idroelettrica di Villeneuve che dopo alterne vicende venne acquisito nel 1922 dalla Società Italiana Ammoniaca Sintetica (SIAS) e divenne l’unico stabilimento elettrochimico in Italia ad avvalersi del processo Casale per la produzione di ammoniaca sintetica derivati. Per far fronte alla necessità da parte della Terni Società per l’Industria e l’Elettricità di disponibilità fissa, in loco, della manodopera impegnata nello stabilimento elettrochimico venne avviata nel 1930 la costruzione del villaggio operaio. Questo comprendeva 14 costruzioni residenziali (villette con ingresso autonomo e circondate da un’area verde di pertinenza con orto e lavatoio), tre edifici per i servizi (scuola; piscina; bagni, farmacia e spaccio) e un edificio di culto.