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Itinerario alla scoperta dei capolavori di Luca Signorelli in Umbria

L'Umbria è terra d'adozione di Luca Signorelli, maestro cortonese (Cortona, 1450 circa - 1523), tra i maggiori artisti del Rinascimento italiano.

Signorelli era nativo di Cortona, piccolo ma fervido centro al confine tra Umbria e Toscana, ricco di capolavori di artisti del calibro di Pietro Lorenzetti e Beato Angelico. Dopo una iniziale formazione in città, intorno agli anni Settanta del Quattrocento si trasferì ad Arezzo, dove compì l'apprendistato presso Piero della Francesca. L'esperienza accanto al grande maestro permise all'allievo di acquisire una profonda conoscenza delle nozioni prospettico-matematiche che gli facilitarono l'applicazione della tecnica di scorcio e della pittura a olio. Decisivi per la maturazione dello stile dell'artista furono i contatti a Firenze con Andrea del Verrocchio, titolare della bottega presso la quale si erano formati artisti del calibro di Leonardo, Botticelli, Ghirlandaio e Perugino. È proprio in questo ambiente che il Cortonese instaura con Perugino, “divin pittore”, uno stretto rapporto di collaborazione, che lo porterà di lì a poco a collaborare con il maestro, insieme a Bartolomeo della Gatta, nella realizzazione di due affreschi del ciclo della Cappella Sistina: la Consegna della Chiavi e il Testamento di Mosé (1481-1482).

Forse fu proprio Perugino il tramite attraverso cui Signorelli arrivò a Perugia. Qui, su incarico del vescovo Jacopo Vagnucci, anch’egli cortonese, ricevette la commissione della Pala di San'Onofrio, oggi conservata nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo ed eseguita nel 1484.

A Perugia, è poi esposta nella Galleria Nazionale dell’Umbria la Pala di Paciano, realizzata per la chiesa di Sant’Antonio dei minori osservanti nel borgo poco lontano dal Trasimeno e datata 1517. La tavola, ancora completa di predella, vede una larga partecipazione della bottega.


Altrettanto forte è il legame di Signorelli con l'Alta Valle del Tevere.

Nella Pinacoteca Comunale di Città di Castello è conservata quella che è tradizionalmente considerata una delle sue prime opere, datata 1474. Si tratta di una Maestà tra Santi, un tempo sulla facciata della torre del vescovo, di cui restano oggi alcuni frammenti tra cui il mezzo busto con San Paolo, ove è evidente l'influsso di Piero della Francesca.
Tra il 1486 e il 1488 Signorelli ricevette dei pagamenti per la realizzazione di un gonfalone per la locale confraternita di Santa Maria. L’opera, perduta, valse al pittore la cittadinanza onoraria tifernate nel 1488. I rapporti dell’artista con Città di Castello erano molto intensi anche grazie al fatto che i Vitelli, signori della città, erano molto legati ai Medici e, in particolare, a Lorenzo il Magnifico, della cui cerchia era entrato a far parte Signorelli.
All’interno della Pinacoteca di Città di Castello si trova il bellissimo Martirio di San Sebastiano, databile al 1498. L’opera, realizzata per la cappella Brozzi in San Domenico, avrà una forte influenza negli artisti del tempo, tanto che sarà di ispirazione per il giovane Raffaello, giunto in città qualche anno dopo.
Ai primi anni del Cinquecento risale invece lo stendardo processionale con il Battesimo di Cristo e San Giovanni Battista realizzato, con la collaborazione della bottega, per la locale Confraternita di San Giovanni Decollato.
Fa parte delle raccolte comunali anche un’opera riferibile alla tarda attività del pittore: la Pala di Santa Cecilia proveniente dall’omonimo monastero francescano tifernate.

Nella frazione di Morra, poco lontano da Città di Castello, nel piccolo oratorio di San Crescentino Signorelli realizzò intorno al 1507 un ciclo di affreschi ispirati al tema della Passione di Cristo, “biblia pauperum” didascalica e commovente, che trova il suo apice nella rappresentazione delle scene della Flagellazione e della Crocifissione.

Prima di lasciare Alta Valle del Tevere si consiglia di fare tappa a Citerna e a Umbertide, altri due luoghi fondamentali dell'itinerario signorelliano in Umbria. Lungo la parete destra della chiesa di San Francesco a Citerna è conservato in una nicchia l’affresco raffigurante la Vergine con Bambino tra i santi Michele Arcangelo e Francesco realizzato, con largo apporto della bottega, poco dopo gli affreschi di Morra. Per la chiesa di Santa Croce ad Umbertide, invece, oggi sede del Museo di Santa Croce, Signorelli eseguì nel 1516 la bellissima tavola con la Deposizione, eccezionalmente ancora corredata di predella e cornice originali.


Il capolavoro dell'artista in Umbria è la splendida decorazione della Cappella Nova o di San Brizio nel transetto destro del duomo di Santa Maria Assunta ad Orvieto, eseguita dal 1499 al 1504. Signorelli era stato incaricato di terminare la decorazione della volta, iniziata circa cinquant’anni prima da Beato Angelico, e di eseguire quella dell’intera cappella. A San Brizio l’artista narra con sorprendente scioltezza pittorica gli ultimi giorni della storia umana. Il racconto, introdotto dalla Predica dell’Anticristo, il falso profeta che diffonde la malevola dottrina sussurratagli nell’orecchio dal diavolo, prosegue con la rappresentazione della Fine del Mondo e della Resurrezione della carne, con i Dannati, Beati, fino all'Avvento al Paradiso e dell'Inferno. Nel basamento il ciclo è completato da teorie di uomini insigni e da episodi tratti da poemi antichi e dalla Divina Commedia.

Prima di lasciare Orvieto e a conclusione dell'itinerario signorelliano si consiglia una visita al Museo dell'Opera del Duomo ove è conservato l’olio su tavola raffigurante Santa Maria Maddalena, in origine all’interno della cappella di San Brizio e datata 1504.

 
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