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E’ parte del circuito museale integrato insieme al Museo delle Mummie di Ferentillo. Il percorso di visita vero e proprio è rappresentato dalla chiesa (X secolo), dal chiostro (XII-XIII secolo) e dalla torre campanaria (XI-XII secolo), mentre l’abbazia è stata trasformata in residenza d’epoca.
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Nella chiesa, di tipo basilicale, si può apprezzare la ricca collezione formata da sarcofagi romani (II-III-IV secolo d.C) e reperti archeologici per lo più di epoca romana, longobarda, carolingia, oltre che dall’altare longobardo “di Ursus Magester”. I sarcofagi collocati nel transetto e lungo la navata della chiesa abbaziale sono stati utilizzati come sepolture per i santi eremiti Lazzaro e Giovanni, per il Duca Faroaldo II e suoi successori. I sarcofagi sono decorati con scene legate al culto dei primi cristiani e rappresentano una tra le più grandi collezioni di sarcofagi romani dell’Umbria. Lungo le pareti della navata della chiesa abbaziale si trovano invece i numerosi reperti archeologici di età romana, longobarda e carolingia la cui sistemazione attuale risale ai restauri effettuati negli anni Trenta. Dietro l'altare si trova un pavimento musivo altomedievale realizzato con tessere e marmi di età romana raffigurante una croce gemmata. L'altare maggiore di Ursus Magester è costituito da due lastre marmoree istoriate fiancheggiate da pilastri marmorei decorati. Sulla lastra anteriore si legge la scritta dedicatoria del Duca longobardo Hilderico Dagileopa “HILDERICUS DAGILEOPA IN HONORE SCI. PETRI ET AMORE SCI. LEO ET SCI GRIGORII (p)RO REMEDO A.M.”. La lastra sul fronte è scandita da tre flabelli decorati che racchiudono due figurine maschili. La prima da destra rappresenta il Duca Hilderico nelle vesti militari del Duca di Spoleto con in mano la spada (Scramasax) mentre nell'altra è raffigurato lo stesso Duca che, spogliatosi delle vesti militari, diviene monaco presso l'Abbazia e riceve i sacri riti del battesimo simboleggiati dal Kantharos e dalle colombe sopra la sua testa. Di notevole importanza storica, vicino alla prima figurina, la firma dello scultore della lastra “URSUS MAGESTER FECIT” a cui si attribuisce così la paternità dell'opera scultorea. La lastra posteriore è interamente decorata, secondo la tendenza altomedievale dell'horror vacui, con elementi tipici longobardi come i fiori a sei petali, le fuseruole, le cornici, gli intrecci di foglie e le fibbie.