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Museo del Monastero delle Orsoline. Calvi dell'Umbria (TR)

Museo

Informazioni dettaglio

Descrizione

Il museo si trova all’interno del centro storico di Calvi dell’Umbria, ultimo comune a sud della regione, alle pendici del monte San Pancrazio. Aperto nel 2002, ha sede all’interno del complesso monastico delle Orsoline. La struttura, considerevole esempio di architettura italiana del XVIII secolo, nasce dall’accorpamento del seicentesco palazzo Ferrini con due chiese, unificate da una monumentale facciata progettata a partire dal 1739 da Ferdinando Fuga. Al celebre architetto si deve anche la porzione di edificio appositamente costruita ad uso del monastero. La collezione è costituita da opere databili tra il XVI e il XVIII secolo provenienti dalle demaniazioni postunitarie e dallo stesso monastero. Vi si leggono influenze dell’arte romana e abruzzese, a conferma della particolare collocazione di Calvi a confine fra Umbria, alto Lazio e Abruzzo. Sono visitabili anche gli ambienti storici del monastero come le cucine, il lavatoio, la spezieria, l’area cimiteriale, la cripta, l’orto e il giardino. Nel 2012 il Museo è stato riallestito per ospitare una prestigiosa collezione di opere pervenute per donazione da parte della famiglia romana Chiomenti-Vassalli. La collezione è costituita da oltre 100 opere, pittoriche e scultoree, di autori quali Pieter Bruegel il Giovane, Guido Reni, Furini, Batoni, Magnasco, Voet, Petruccio Perugino.
I quattro capolavori della collezione sono: La fuga di Enea da Troia di Pompeo Batoni, siglata e datata 1755, in cui i bagliori del fuoco modellano sapientemente le figure rappresentate; la tela di Pieter Brueghel il Giovane raffigurante La parabola dei ciechi databile al primo quarto del XVII secolo, in cui viene rappresentata la parabola evangelica dell’accecamento reinterpretata in chiave contemporanea nel contesto delle lotte religiose tra cattolici e protestanti; La Maddalena Penitente, dipinta da Guido Reni tra il 1634 ed il 1635, una donna dallo sguardo sensuale che colpisce per la bellezza del suo incarnato; infine, l’Andromeda di Francesco Furini, realizzata a fine carriera negli anni 30 e 40 del Seicento, in cui il pittore unisce l’interesse per il disegno di derivazione classica ad una eccezionale sensibilità coloristica che predilige i toni sfumati e perlacei.
Parte integrante del percorso museale è anche la chiesa di Sant’Antonio Abate che ospita un monumentale presepe composto da trenta sculture in terracotta policroma realizzato nel 1546 dagli abruzzesi Giovanni e Raffaele da Montereale.

Il museo aderisce al progetto LA VALLE INCANTATA

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